Incontinenza fecale a seguito del parto

La gravidanza è considerata il periodo più bello nella vita di una donna.

Purtroppo il parto naturale può portare con sé, nel lungo termine, problemi legati all’incontinenza fecale.

Com’è possibile? Vediamolo insieme.

Una delle principali cause di incontinenza fecale è da attribuirsi appunto a precedenti gravidanze.

Uno studio condotto negli Stati Uniti rivela infatti che il 68% delle mamme intervistate (848 su 1247 per la precisione) ha sofferto di incontinenza anale nel corso dei sei mesi successivi al parto.

Leggi lo studio!

Una delle prime domande, se non in assoluto la prima, che viene posta ad una donna quando si rivolge ad un proctologo è se in passato ha avuto delle gravidanze.

La gravidanza in sé per sé non ha un impatto diretto sull’incontinenza, ma il parto naturale può averlo.

Durante il parto, infatti, le pareti della zona interessata subiscono un forte stress e, in casi particolari, la distensione delle stesse può portare a stiramentilesioni a livello degli sfinteri anali.

Cosa sono gli sfinteri anali?

Quali possono essere i fattori di rischio?

Parto precipitoso

Nel caso di parto avvenuto in tempi ridotti, i muscoli che generalmente affrontano un processo di distensione graduale, non hanno avuto sufficiente tempo per prepararsi al passaggio del feto.

Peso del bambino

Un bambino dal peso superiore ai 3 chili può provocare, nel momento del parto, alcuni danni derivanti dal suo peso e dalla sua dimensione.

Ovviamente, più grande è il bambino e più fatica faranno i muscoli del pavimento pelvico a modificarsi per lasciarlo passare.

Secondo vari studi clinici, circa il 30% dei casi di parti vaginali con un feto grande possono essere messi in relazione con uno stiramento degli sfinteri. Questo è dovuto alla loro posizione anatomica, in quanto si trovano proprio a pochi centimetri dal canale attraverso il quale il bambino viene alla luce.

Uso di strumenti per facilitare il parto

In alcuni casi durante il parto si rende necessario l’utilizzo del forcipe o della ventosa.

Questi due strumenti sono atti a facilitare e velocizzare il passaggio del feto nel canale uterino nel caso in cui le sole contrazioni non siano sufficienti.

Il ricorso a questi strumenti risulta rischioso perché la pressione che viene esercitata per cercare di estrarre il bambino può essere eccessiva per la neomamma.

Gli sfinteri possono subire una lacerazione anche nel caso in cui venga effettuata la cosiddetta episiotomia, ovvero l’incisione chirurgica che permette di aumentare l’ampiezza del canale del parto.

Questa incisione, laddove non ben eseguita, può lacerare anche gli sfinteri anali o parte di essi, andando così a compromettere la continenza in maniera immediata.

Tutte le lesioni trattate fino ad ora solitamente riescono ad essere ben supportare dal corpo delle donne giovani.

Altri muscoli della zona riescono a compensare il mancato lavoro dei muscoli atti alla continenza e si fanno quindi carico del compito di lasciar passare le feci o trattenerle in base alle situazioni.

Dopo il parto infatti, in presenza di lesioni non eccessivamente gravi, una giovane mamma può non accorgersi di nulla. Solo in alcuni casi sporadici la neomamma va incontro a episodi di incontinenza fecale, che si manifestano però in forma lieve e tendono a sparire dopo pochi giorni.

Tutto questo è reso possibile dalla tonicità dei muscoli del pavimento pelvico, cioè della zona che chiude l’addome nella parte inferiore.

Cos’è il pavimento pelvico?

Per questo motivo l’attività fisica è un valido alleato. Un’attività mirata al rinforzo dell’elasticità dei muscoli del pavimento pelvico aiuta a prevenire successivi problemi di incontinenza.

Bastano infatti pochi e semplici esercizi, da fare comodamente anche a casa propria, per andare ad allenare questi muscoli in modo tale da farsi trovare preparati al momento del parto.

Guarda gli esercizi!

Purtroppo, a distanza di molti anni dal parto, quando i muscoli perdono tono a si rilassano a causa dell’età, l’incontinenza fecale potrebbe ripresentarsi..

Con l’avanzare degli anni viene infatti meno quel sistema complementare che il nostro organismo aveva messo a punto a seguito del danno subito.

Una volta riscontrato un problema di incontinenza fecale, la cosa più importante da fare è contattare un medico il prima possibile, non appena ci si accorge che qualcosa sta cambiando.

Quello che il medico può fare in questi casi è valutare la situazione in modo da diagnosticare l’entità della lesione. In base alla gravità e alla sintomatologia descritta il medico potrà consigliare il trattamento più adeguato a quella situazione specifica.

Ad oggi esistono tecniche chirurgiche mini-invasive che permettono di ripristinare la continenza riducendo al minimo i livelli di invasività e dolore per il paziente.

THD, grazie all’esperienza maturata negli anni, ha messo a punto due tecniche chirurgiche innovative, ovvero il Metodo THD® GateKeeper e il Metodo THD® SphinKeeper.

Queste due tecniche, seppur apparentemente simili tra loro, sono rivolte a casi di incontinenza di entità differente: mentre per casi lievi e moderati viene praticata la tecnica THD® GateKeeper, la metodica THD® SphinKeeper è più adatti ai casi più severi di incontinenza anale.

Vuoi maggiori informazioni su queste metodiche?

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