La controversa arte dello Street Food

Street food

Scommettiamo che anche a voi è capitato, almeno una volta, di pranzare ad un chioschetto lungo la strada, magari di ritorno da una fiera di paese o da un concerto.

Mai capitato di imbattervi in hot dog, piadine, panini di ogni genere, arancini e perfino dolci? Bene, tutti questi sono solo alcuni esempi di street food.

Analizziamo assieme il mondo che sta dietro la ristorazione di strada, divenuta ormai un’istituzione in tutto il mondo.

Cos’è lo street food?

Il cibo da strada, spesso chiamato con il suo nome inglese street food, prende il nome dal luogo fisico in cui viene venduto: in strada per l’appunto; il cibo viene venduto (e spesso anche preparato) in strada da commercianti attrezzati con un banchetto provvisorio o un furgone ambulante. Fanno parte di questa categoria tutti i cibi e le bevande pronti e adatti ad un consumo veloce, in piedi, seduti o mentre si passeggia, sia dolci che salati.

Il cibo da strada ha origini molto antiche, risale, infatti, all’epoca dei Greci e dei Romani; sono stati loro i primi a preparare questi banchetti lungo le strade in cui si poteva tradizionalmente trovare pesce fritto e zuppe e in quegli anni era usanza per tutte le persone più povere consumare questi cibi poiché le loro case erano sprovviste di cucine.

Al giorno d’oggi la FAO ha stimato che giornalmente sono circa 2,5 miliardi le persone che si alimentano in questo modo, vuoi per la sua economicità, la sua rapidità o anche per assaporare e scoprire sapori diversi dalle proprie abitudini.

Avvicinandoci a uno di questi venditori ambulanti possiamo aspettarci di trovare una varietà enorme di pietanze più o meno tradizionali che, una volta riadattate per forma e confezione, riescono ad essere vendute senza troppi problemi anche nei luoghi più impensati.

Generalmente le pietanze che si possono trovare sono legate a specialità locali o regionali, tuttavia non è difficile imbattersi tra le vie delle nostre città in cibi tipici di etnie completamente differenti dalla nostra.

Data la crescente passione per questi piatti, negli ultimi anni si è assistito ad un incremento anche del numero di sagre e festival dedicati esclusivamente al cibo da strada in tutte le regioni italiane, prevalentemente in primavera e autunno, e persino i più grandi chef stanno cercando di avvicinarsi a questo mondo cimentandosi in azzardi culinari, anche di tanto in tanto bizzarri, per rimanere al passo con questo vera e propria moda. Ne è un esempio l’International Street Food Festival che si svolgerà a Cesena all’inizio di ottobre che, arrivato alla sua nona edizione, registra ogni anno un’affluenza di visitatori molto vasta che si attesta intorno ai 100.000 partecipanti.

Perchè va così di moda ultimamente?

Il principale pro dello street food rispetto ad un pranzo al ristorante è sicuramente la rapidità: infatti mediamente sono richiesti dai 5 ai 10 minuti per mangiare tenendo conto anche dei tempi di attesa per la preparazione della pietanza desiderata che sono molto ridotti o addirittura nulli; non vanno però sottovalutati anche la minore formalità richiesta e il costo che sicuramente risulta essere molto basso e competitivo.

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si gustano questi cibi è che grazie a loro si può imparare a conoscere e apprezzare appieno un territorio; il cibo da strada, infatti, porta con sé tutta una serie di connotati storici ed è quindi utile per tramandare le tradizioni di un determinato luogo con un tocco creativo ben radicato nel presente.

Può far male alla nostra salute?

Come ben potrete immaginare non è tutto oro ciò che luccica; purtroppo molte volte dietro questi cibi così gustosi e saporiti si nascondono preparazioni grossolane e ingredienti a volte dannosi per la nostra salute. È proprio per questo motivo e per il sempre maggior numero di persone che s’interfacciano con il cibo da strada che il campanello d’allarme è risuonato all’interno delle organizzazioni preposte al controllo e alla vigilanza su di esso.

Tra i contro dello street food che si possono riscontrare più facilmente ci sono quelli legati alla sicurezza alimentare, talvolta non rispettata, e alla qualità del cibo venduto. Infatti, è stata evidenziata la tendenza all’utilizzo di materie prime poco costose, quindi di minor pregio dal punto di vista alimentare, come grassi e oli meno pregiati per le fritture.

Questo non è però l’unico problema, pensiamo ad esempio all’enorme quantità di sale e spezie che sono utilizzati nella preparazione di molti di questi piatti, curry in quelli indiani, pepe e peperoncino in polvere in quelli italiani, paprika in quelli marocchini e così via.

Alcuni degli ingredienti spesso utilizzati nella preparazione dello Molte street food sono controindicati in presenza di particolari patologie, come le emorroidi. Tra gli alimenti considerati irritanti per chi ha questo problema, in quanto provocano irritazione e infiammazione all’intestino, vi sono infatti:

  • caffè;
  • cacao;
  • spezie;
  • alcol;
  • pomodori;
  • aceto;
  • bevande gassate;
  • cibi troppo salati;
  • fritti e soffritti.

Per questo è sconsigliato un ricorso troppo assiduo ai cibi da strada non solo come regola generale per chiunque di noi, ma soprattutto, come abbiamo appena visto, per chi soffre di emorroidi.

Avete notato anche voi un legame tra questi alimenti e il problema delle emorroidi?

Qualora vogliate avere maggiori informazioni al riguardo visitate la pagina emorroidi oppure condividete quest’articolo con chiunque possa esserne interessato.

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