Cosa sai delle ragadi anali? Come si formano e come trattarle in modo efficace
Se stai leggendo questo articolo probabilmente soffri o conosci qualcuno che soffre di ragadi anali.
Per questo vogliamo spiegarti in modo semplice e immediato le diverse fasi in cui si sviluppa una ragade anale e come interrompere il circolo vizioso che porta all’aggravarsi e al cronicizzarsi del problema.
THD ha preparato per te una semplice mini-guida che illustra i fattori alla base della ragade anale.
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Come si formano le ragadi anali?
Per prima cosa ricordiamo cos’è una ragade anale.
La ragade anale è una lesione dell’anoderma situata sulla cute del bordo anale e causata da un microtrauma nella zona perianale.
Tale microtrauma è spesso determinato dal passaggio di feci solide troppo voluminose e dure oppure, al contrario, dal passaggio di feci troppo liquide, quindi in entrambi i casi da un malfunzionamento dell’attività intestinale.
Pertanto per ridurre il rischio di insorgenza di ragadi anali, è fondamentale prendersi cura della regolarità del nostro intestino e assumere regolarmente fibre di origine naturale.
Un circolo vizioso che aggrava e cronicizza il problema
Il sintomo principale della ragade anale è rappresentato dal dolore acuto e lancinante che, insieme al sanguinamento, rappresenta l’elemento principale che spinge a rivolgersi al medico.
L’intensità del dolore provoca poi una contrazione dello sfintere anale interno, il muscolo che controlla la continenza e il rilascio delle feci.
Il nostro organismo cerca infatti di difendersi come può dal dolore attraverso la contrazione della muscolatura intorno all’ano, limitando il più possibile l’esposizione della lesione.
Purtroppo questa reazione di difesa contribuisce ad aggravare e a cronicizzare il problema.
La contrazione della muscolatura locale rende poi più difficoltosa e dolorosa l’evacuazione delle feci e la circolazione del sangue in quella zona, aggravando la disfunzione intestinale e impedendo alla ragade di essere agevolmente raggiunta da sostanze in grado di favorire il processo di guarigione.
Come trattare le ragadi anali: un approccio terapeutico integrato
Molti prodotti in commercio si concentrano solo su alcuni aspetti del problema, come ad esempio il dolore.
Tuttavia una terapia che non affronti tutti i fattori evidenziati può portare un momentaneo sollievo, ma non permette di trattare la ragade in modo efficace e risolutivo.
Per curare la ragade anale è quindi importante adottare un approccio terapeutico completo che permetta di affrontare e gestire efficacemente tutti gli aspetti della patologia.
All’apparire dei primi sintomi, è pertanto importante rivolgersi ad uno specialista coloproctologo di fiducia che possa prescrivere una terapia integrata volta a:
- ripristinare la regolarità intestinale
- creare un film protettivo sulla zona in cui è presente la ragade
- lubrificare la zona perianale per facilitare l’espulsione delle feci, prevenendo così la formazione di ulteriori microlesioni e l’aggravamento di quella esistente
- alleviare il dolore e la conseguente contrazione della muscolatura sfinterica
- favorire la cicatrizzazione della ferita
THD ha preparato per te una semplice mini-guida che illustra i fattori alla base della ragade anale.