Ragadi anali e diarrea: cause e rimedi per evitarle!
In questa intervista il Dott. Ezio Veronese, proctologo dell’Ospedale Fracastoro di San Bonifacio (VR), ci spiega come la diarrea possa essere considerata una delle cause principali per la formazione di ragadi anali.
Per comprenderne meglio le cause, vediamo insieme in cosa consistono le ragadi anali e da cosa possono essere causate.
Cosa sono le ragadi anali?
La ragade anale si può descrivere come un piccolo “taglietto” che si crea sull’ano, particolarmente doloroso in quanto sottoposto a continue sollecitazioni durante il passaggio delle feci.
Queste lacerazioni possono essere di piccola entità, e quindi guaribili da sole in pochi giorni, oppure di dimensioni più importanti, nel qual caso occorre agire in modo più specifico.
Quali sono le origini delle ragadi?
Durante defecazione l’ano si dilata per far passare le feci.
A livello fisiologico questo passaggio non dovrebbe comportare nessuna conseguenza in quanto la pelle, essendo elastica, è in grado di sopportare la dilatazione.
Il problema nasce nel momento in cui, come afferma anche il Dott. Veronese, le feci raggiungono dimensioni troppo grosse ed una consistenza molto dura. In questo caso, la pelle viene sottoposta ad uno sforzo maggiore ed è più facile che si laceri.
Stitichezza
La causa principale di questa tipologia di feci è sicuramente da ricercare in una dieta non equilibrata, in cui manca un’assunzione regolare di acqua e fibre.
La mancata assunzione di queste sostanze causa una permanenza eccessiva delle feci all’interno dell’intestino, portandole a diventare più dure e quindi difficili da evacuare.
Un’ulteriore conseguenza di questa condizione consiste nel fatto che le persone tendono a ritardare l’evacuazione proprio per paura del dolore, finendo così per peggiorare ulteriormente la situazione.
Stipsi: cause, conseguenze e cura
Ragadi anali e diarrea
Anche se la stitichezza è sicuramente classificata al primo posto tra le cause dell’insorgenza delle ragadi anali, il Dott. Veronese ci tiene a specificare che non si tratta dell’unica.
Il Dott. Veronese afferma infatti di aver visto “pazienti con ragadi che scaricano comunque 3 o 4 volte al giorno, quindi questo dimostra che anche la diarrea sia un fattore concomitante all’insorgenza della ragade”.
Quando una persona soffre di diarrea significa che le feci non rimangono a lungo nell’intestino: in questo modo le sostanze contenute nei cibi non vengono assorbite completamente, causando un aumento dell’acidità dell’ambiente.
Questa situazione può portare lentamente ad un’irritazione della mucosa fino a renderla più debole e soggetta a lacerazioni.
Come ci conferma il Dott. Veronese, “questo bisogno di andare al bagno di frequente, chiamato straining, con feci acide (come sono le feci liquide) a lungo andare diventa una concausa importante alla formazione della ragade stessa”.
Diarrea: cause, conseguenze e cura
Prevenire le ragadi anali con una buona alimentazione
E’ ormai chiaro come diarrea, e anche stitichezza, siano tra le maggiori cause dell’insorgenza di ragadi anali.
Regolarizzare l’intestino, e di conseguenza la fuoriuscita delle feci, è dunque un aspetto fondamentale per cercare di prevenire la nascita di questo doloroso disturbo.
Una buona dieta a base di fibre (come frutta, verdura, legumi, cereali integrali ecc…) e acqua, almeno 2 litri al giorno, sono in grado di aiutare enormemente la motilità del nostro intestino, rendendo le feci morbide e consistenti.
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