Come funziona una Manometria Anale?
In questa intervista il Dott. Emanuel Cavazzoni ci spiega come funziona una manometria anale e perché è utile farla.
Come abbiamo visto alcune settimane fa la manometria anale è un esame che viene effettuato nel corso di una visita proctologica.
In questa intervista il dottor Emanuel Cavazzoni, chirurgo proctologo presso lo Studio Medico UNO a Perugia, ci spiega cosa viene valutato attraverso una manometria anale.
Quali pressioni valuta la manometria anale?
L’esame manometrico verifica quali sono le pressioni a livello del canale anale durante diverse fasi.
Queste fasi si possono dividere in tre categorie:
- Tono a riposo, ossia di come fisiologicamente senza alcuna contrazione aggiunta l’ano riesca a stare chiuso durante la quotidianità;
- Attività di squeeze (restringimento), quindi durante l’attività di contrazione dei muscoli. Questa fase avviene quando il soggetto, in modo volontario, vuole contrarre la muscolatura per trattenere le feci, quindi per dilazionare nel tempo la defecazione;
- Attività di strain (rilassamento), ossia la valutazione delle cadute pressorie di questo gruppo muscolare nel momento in cui il paziente mima la defecazione, fase anche definita attempted defecation (tentata defecazione).
Ripercorrendo insieme queste tre fasi, vediamo che il tono a riposo (detto anche tono basale anale) è il tono capace di chiudere l’ano in maniera efficace senza far fuoriuscire né feci liquide, né solide, né gas durante sia l’attività a riposo che di sforzo.
Quando parliamo di sforzi, si intendono anche sforzi fisiologici quali la tosse, gli starnuti e tutti i momenti della vita quotidiana in cui aumentiamo la pressione addominale. Questo tono a riposo è fondamentale perché è, come lo definisce il Dottor Cavazzoni, il “guardiano sempre sveglio”, quello che tiene chiuso l’ano e riesce ad evitare una fuoriuscita passiva del contenuto rettale durante la nostra quotidianità.
La seconda funzione rappresentata dalla manometria è quella di squeeze: al paziente viene cioè chiesto di contrarre volontariamente il muscolo (sfintere interno) per poter così registrare la differenza di pressione rispetto al tono basale. In questo modo si valuterà sia il livello massimo raggiungibile sia la durata di questa contrazione e, sulla base di un’analisi dei valori, si potrà capire quanto, e se, questa attività muscolare sia limitata o meno.
La terza fase della manometria è rappresentata dalla valutazione dell’attività del rilassamento del gruppo sfinterico nel momento in cui il paziente simula l’emissione delle feci. Nell’esame manometrico questo porta ad una caduta dei valori pressori che invece sono più alti nella fase di contrazione. Durante la visita è possibile anche valutare determinati riflessi, come ad esempio quello della tosse, decisi dal medico in base alle condizioni specifiche del paziente.
Come avviene una manometria anale?
Una manometria è un esame in cui un trasduttore di pressione, ossia un piccolo catetere o una piccola sonda, viene inserito per una piccola parte a livello del canale anale. Attraverso il collegamento di questa sonda ad un computer è possibile registrare le variazioni di pressione che si sviluppano proprio sulla superficie di questo trasduttore.
Generalmente il paziente è vestito, deve soltanto abbassare gli slip e stendersi sul fianco sinistro con le gambe leggermente flesse verso il petto. In un primo momento verrà esaminato digitalmente, come succede normalmente in una valutazione proctologica, e poi il medico inserirà a livello del canale anale questo piccolo catetere o sonda che comunicherà alla macchina tutte le variazioni di pressione che si svilupperanno all’interno del livello del canale anale.
Le tre fasi della visita
Nella prima fase, al paziente verrà prima chiesto di rilassarsi il più possibile in modo da poter così registrare il tono di base.
Nella seconda fase, al paziente verrà chiesto di contrarre il più possibile il gruppo sfinterico per 5- 10 secondi in modo da registrare il tono di squeeze (restringimento), così come la sua durata.
Alla fine dell’esame, ossia durante la terza fase, al paziente verrà chiesto di mimare la defecazione per circa 10-15 secondi: a questo punto la macchina registrerà come si modificano le pressioni nel canale anale nel momento in cui il paziente mima la defecazione.
Il manometro raccoglierà così una serie di dati grafici e numerici che permetteranno al medico di valutare al meglio la situazione del paziente.