Manometria anale: un aiuto diagnostico semplice ed efficace

Nel nostro corpo sono presenti muscoli che usiamo quotidianamente in modo più o meno consapevole, ma di cui sappiamo poco o nulla e sottovalutiamo l’importanza.

Sicuramente tra questi troviamo gli sfinteri anali.

Forse non tutti sanno che, nell’arco della vita gli sfinteri anali, responsabili della continenza e dell’espulsione di feci e gas, possono essere soggetti a diversi disturbi.

Molteplici sono infatti le cause che possono comprometterne il buon funzionamento e, a seconda dei fattori scatenanti e dell’età, essi assumono livelli di gravità differenti e hanno un impatto più o meno significativo sulla nostra quotidianità.

Cosa sono gli sfinteri anali e come funzionano?

Ma cerchiamo di conoscere più nel dettaglio gli sfinteri anali.

Gli sfinteri anali sono muscoli di dimensioni piuttosto ridotte che, lavorando in maniera sinergica, regolano la continenza e il rilascio di feci solide, feci liquide e gas e possono essere così suddivisi:

Sfinteri analiSfintere interno: è lo sfintere più interno ed è una prosecuzione della parete muscolare del retto. Questo sfintere è costituito da muscolatura liscia e, in quanto tale, è dotato di attività autonoma. Infatti lo sfintere interno non viene gestito volontariamente, ma si trova in uno stato di contrazione costante che ci permette di mantenere la continenza anche quando dormiamo o tossiamo, per esempio.

Il tono normale degli sfinteri in fase di riposo (tono basale) è dato appunto da questo muscolo che risulta sempre parzialmente contratto e mantiene chiuso l’ano fino a quando specifici riflessi non gli indicano di aprirsi.

Sfintere esterno: è lo sfintere più esterno ed è costituito da muscolatura striata, quindi da un tipo di muscolatura che possiamo controllare volontariamente. Contraiamo questo muscolo quando vogliamo trattenere feci o aria e rimandare il momento della defecazione e lo rilasciamo quando invece siamo pronti per lasciarli fuoriuscire.

In alcuni casi gli sfinteri possono funzionare perfettamente in fase di riposo, ma presentare disfunzioni più o meno gravi in fase di evacuazione delle feci. Altre volte uno sfintere sano viene colpito da ipertono, ovvero da una contrazione costante e involontaria, ad esempio a causa della presenza di una ragade che provoca un dolore lancinante.

Ma le tipologie di malfunzionamento possono essere molteplici e richiedono una diagnosi accurata: è quindi importante valutare lo stato di salute della muscolatura dello sfintere anale sia a riposo che in fase di contrazione ed espulsione delle feci.

A cosa serve la manometria anale?

La manometria anale è proprio lo studio oggettivo della funzione pressoria del gruppo sfinterico nel suo complesso, in diverse fasi: a riposo (resting), in contrazione (squeeze) e in fase di evacuazione delle feci (strain). Queste fasi vengono valutate tenendo conto che la funzionalità del sistema sfinterico è molto variabile e dipende da diversi fattori quali età, sesso e patologie.

La manometria viene realizzata perché, attraverso lo studio delle pressioni di questi muscoli, si può diagnosticare:

  • l’incapacità dei muscoli di mantenersi chiusi, e quindi una problematica ricollegabile all’incontinenza;
  • l’incapacità dei muscoli di aprirsi;
  • la non corretta o non completa apertura e quindi rilascio dei muscoli, con conseguente limitazione del meccanismo di defecazione.

Questo esame è quindi fondamentale per la corretta diagnosi di moltissimi disturbi, tra cui la stipsi, la defecazione ostruita, l’incontinenza fecale, il dolore perianale e il dolore pelvico cronico. E’ inoltre molto utile nella valutazione pre e/o post-operatoria in chirurgica anorettale (emorroidi, ragade, fistole..) o addominale, in cui è presente il rischio di alterazioni nella continenza anale. Per comprendere l’estrema importanza di questo esame, basti pensare che ad oggi non esistono procedure diagnostiche alternative che forniscano le medesime informazioni della manometria.

Come funziona la manometria anale?

La manometria tradizionale misura in particolare la forza di contrazione della muscolatura dello sfintere anale, i riflessi che regolano l’attività intestinale e i movimenti dei muscoli ano-rettali. Questo tipo di manometria è realizzata attraverso un dispositivo piuttosto ingombrante basato su un sistema ad acqua che permette di misurare la pressione del sistema sfinterico in tutta la sua lunghezza.

Vista l’importanza di questa tipologia di esame per la valutazione e la diagnosi di molteplici patologie, THD ha recentemente sviluppato una nuova tecnologia che permette di eseguire la manometria anale in modo rapido, semplice e accurato.

THD, da sempre impegnata nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per la diagnosi e il trattamento di numerose patologie, è infatti consapevole di come una corretta diagnosi sia alla base di una cura efficace e di un recupero ottimale e con questo nuovo strumento desidera offrire un approccio diagnostico pratico e sicuro per migliorare la qualità di vita dei pazienti e la soddisfazione degli operatori.

E tu conoscevi l’importanza della manometria anale?

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