Metodo THD Doppler: il parere del Dott. Heydari

In questa intervista, il Dott. Afshin Heydari,del Poliambulatorio Chirurgico Modenese, ci racconta la storia e l’esperienza della sua equipe con il metodo THD® Doppler, da quando hanno iniziato ad utilizzarlo ad oggi.

La metodica THD® Doppler,è stata acquisita dall’ospedale di Baggiovara nel 2010 e da allora, come afferma il Dott. Heydari, è stato un vero e proprio percorso culturale all’interno dell’equipe.

Le diverse informazioni e tecnologie, così come i nuovi concetti fisiopatologici emersi che approcciano in maniera radicalmente diversa il trattamento della patologia emorroidaria rispetto a quello del passato (che prevedeva la semplice eliminazione delle emorroidi), hanno portato al cambiamento del loro punto di vista rispetto alla patologia emorroidaria.

Ciò che ha spinto il Dr. Heydari e la sua equipe ad adottare questo metodo è stato il riuscire a controllare l’abbondante afflusso ematico all’interno delle emorroidi prolassanti e la correzione del prolasso stesso, causa anch’esso di questa malattia.

Dopo quasi 6 anni di esperienza e di follow-up dei propri pazienti, si può dire che la tecnica sia stata pienamente adottata e standardizzata all’interno dell’ospedale di Baggiovara. Il Dott. Heydari ci racconta di come ora, in presenza di un paziente con patologia emorroidaria, sia naturale rispondere “Ok, intervento THD!”. Tutto questo salvo, ovviamente, casi particolari nei quali al paziente vengono suggerite terapie alternative.

Il Dott. Heydari afferma come il metodo THD® Doppler, sia ora diventato in assoluto il loro standard operativo per il trattamento delle emorroidi.

Il Dott. Heydari e i consigli ai colleghi che ancora non utilizzano il metodo THD Doppler.


In questa intervista il Dott. Heydari vuole lanciare un messaggio a tutti i colleghi che ancora non utilizzano questa metodica: “Finché non vedi, non ci credi!

Il Dott. Heydari sostiene come sia assolutamente necessario per i colleghi andare in un centro dove praticano la metodica THD® Doppler, per vedere l’operazione con i propri occhi e magari poter parlare con i pazienti che si sono sottoposti a questo tipo di intervento. Solo in questo modo si può capire come, con un intervento così mini-invasivo e che non sottopone il paziente a particolare pericoli, si possa arrivare ad un ottimo risultato.

Questa operazione non altera infatti l’anatomia del canale anale, bensì la ripristina nella maniera più fisiologica possibile: tutto questo contribuisce a renderlo un intervento in cui i benefici superano decisamente i fattori di rischio.

Come ci spiega il Dott. Heydari, un altro aspetto da tenere in considerazione è quello della ripetibilità dell’intervento. Sullo stesso paziente l’operazione può infatti essere eseguita nuovamente; questo vale anche per i pazienti con problemi di recidive dati dall’utilizzo di altre tecniche diverse dal metodo THD® Doppler.

Il Dott. Heydari conclude infine l’intervista dicendo: …non dovrei dire perché usare il metodo THD, ma piuttosto gli altri colleghi dovrebbero spiegare a me perché non farlo. Questa è la convinzione a cui siamo arrivati dopo 5 anni di esperienza con questa tecnica”.

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