Ragadi Anali: cosa bisogna sapere?
Probabilmente alcuni di voi, per esperienza diretta o dei propri cari, hanno già “familiarità” con i sintomi e i disagi derivanti dalle ragadi anali, ma quanti sanno esattamente che cosa sono, da cosa sono causate e quali conseguenze possono avere?
Nessuna paura: siamo qui per spiegarvelo!
Che cosa sono le ragadi anali?
Le ragadi anali sono piccoli ma profondi taglietti che si formano sulla cute intorno all’ano.
Quali sono i sintomi principali delle ragadi anali?
I sintomi principali delle ragadi anali sono dolore e sanguinamento nella zona anale che si accentuano al momento della defecazione.
Il sanguinamento è tipicamente contenuto e di colore rosso vivo, mentre il dolore è acuto e può persistere anche dopo aver evacuato.
A che età è più comune soffrire di ragadi anali?
Le ragadi anali sono più frequenti tra i 20 e i 40 anni, sia per gli uomini che per le donne.
Quali sono le principali cause delle ragadi anali?
Le ragadi anali sono provocate da un microtrauma nella zona perianale, spesso determinato a sua volta da stipsi e diarrea: la stipsi è infatti alla base di sforzi eccessivi durante l’espulsione delle feci, mentre la diarrea prolungata può portare ad irritazione e infiammazione persistente della cute intorno all’ano.
Per questo motivo, per agire sulle cause originarie della ragade anale, è fondamentale intervenire sulla regolarità intestinale. Per favorire il buon funzionamento intestinale è importante bere spesso durante il giorno e curare l’alimentazione, che dovrà essere ricca di fibre.
Qualora non fosse possibile assumere un sufficiente quantitativo di fibre attraverso la dieta abituale, è consigliabile assumere specifici integratori: THD mette a disposizione THD Fibraid® e THD Fibraid® Gel.
Le ragadi anali possono cronicizzarsi?
Purtroppo sì.
Come abbiamo visto, le ragadi anali si formano a seguito di un microtrauma nella zona anale.
Il dolore acuto legato alla ragade anale spinge a contrarre la muscolatura locale e a posticipare la visita alla toilette, con conseguente indurimento delle feci, aggravamento e cronicizzazione del problema.
Come curare le ragadi anali?
Per prima cosa è importante fissare una visita con un proctologo per avere una corretta diagnosi ed escludere altre patologie.
In commercio esistono diversi prodotti mirati a ridurre i sintomi della ragade anale, in particolare il dolore: questi trattamenti possono dare un immediato sollievo, ma non permettono di affrontare il problema in modo efficace e risolutivo.
La molteplicità di fattori alla base del circolo vizioso della ragade anale richiede infatti un intervento completo che agisca su ognuna delle cause o fattori aggravanti di questo disturbo: microtrauma locale, dolore e sanguinamento, contrazione della muscolatura intorno all’ano con conseguente rallentamento del processo di guarigione e possibile cronicizzazione del problema.
E’ quindi importante affidarsi ad un trattamento che permetta di affrontare efficacemente tutti gli aspetti coinvolti nello sviluppo e nella cronicizzazione della ragade.
Questo significa che un prodotto ad uso topico locale dovrà avere un’azione emolliente, lenitiva, lubrificante, riparatrice e creare una pellicola protettiva sulla zona trattata per prevenire la formazione di ulteriori ragadi.
Inoltre, per evitare l’aggravarsi dell’infiammazione a seguito di proliferazione batterica e favorire il processo di guarigione, è fondamentale prestare grande attenzione all’igiene intima, usando prodotti dedicati alla detersione della zona perianale come THD Deliclin® Soap.
Nei casi più seri, il medico può suggerire un intervento chirurgico che consiste nell’incisione dello sfintere anale interno per ridurre la contrazione muscolare e favorire quindi la guarigione: tuttavia questo intervento non è sempre immune da rischi, che devono essere valutati attentamente insieme al proprio medico.