Ragadi anali: dai sintomi alla cura

Andare al bagno è un problema, stare seduti è uno strazio: anche voi soffrite di ragadi anali? Un argomento talvolta imbarazzante ed una diagnosi sicuramente mortificante per tutti coloro che si sono trovati per la prima volta in questa situazione. Purtroppo è un disagio che al giorno d’oggi colpisce molte persone, donne e uomini, giovani e meno giovani. Una piccola ferita che a volte può compromettere una vacanza così come la più normale quotidianità ed intimità.

In questo articolo cerchiamo di scoprire insieme cosa sono veramente le ragadi anali e come si può arrivare concretamente ad una soluzione.

Cosa sono le ragadi anali?

Le ragadi sono piccoli e profondi tagli che si generano sulla cute e che possono interessare varie aree del nostro corpo, in particolare gli orifizi, come la bocca e l’ano. Con il termine ragade anale si intende una ferita del bordo anale, lunga alcuni millimetri e normalmente situata nel punto centrale posteriore dell’ano (commissura posteriore).

Tipologie di ragadi anali.

Le ragadi anali si classificano generalmente in due tipologie, basate su un criterio temporale: ragadi acute e ragadi croniche.

Si definiscono ragadi acute quelle ragadi di recente insorgenza, mentre per ragadi croniche si intendono quelle ragadi presenti da tempo e mai guarite.

La ragade acuta è riconoscibile in quanto si presenta come una semplice ferita superficiale, a differenza della ragade cronica che, a causa dei diversi tentativi del nostro organismo di riparare la ferita, può presentare tessuti fibrosi (cicatriziali) circostanti.

Le cause.

Il fattore principale che causa l’insorgenza e il mantenimento delle ragadi è l’ipertono dello sfintere anale, ossia quando il muscolo dell’ano si dilata troppo e, di conseguenza, lo strato cutaneo circostante si strappa. Spesso questo avviene con il passaggio di feci dure e grosse, tipiche di persone stitiche.

L’aumento del tono sfinteriale dà spesso origine ad un’ischemia localizzata (limitato apporto di sangue) che rallenta, o addirittura impedisce, la corretta rimarginazione della ferita (necrosi dei tessuti). In questo modo si innesca un circolo vizioso: la necrosi tessutale causa il dolore, il dolore accentua il meccanismo di ipertono e quest’ultimo accentua a sua volta l’ischemia. Per tutti questi motivi possiamo dire che la cronicizzazione della ragade anale è dovuta principalmente alla presenza di un ipertono sfinteriale.

I sintomi.

La sintomatologia più comune della presenza di ragadi anali consiste nella defecazione difficoltosa con feci grosse e dure e in episodi frequenti di diarrea. A questo normalmente sussegue un dolore anale acuto che si protrae per alcune ore dopo la defecazione. Tracce di sangue rosso vivo nella carta igienica possono anch’esse fungere da campanello d’allarme.

La diagnosi.

I sintomi qui sopra indicati e la presenza del dolore normalmente determinano il sospetto di ragadi anali. Il medico, ispezionando il paziente, noterà che il canale anale appare piccolo e stretto. Infine, durante la palpazione della parte posteriore del canale anale viene risvegliato il dolore tipico di questa patologia. Di norma, l’analisi del paziente viene fatta solamente attraverso una semplice esplorazione digitale. In alternativa, si può ricorrere all’utilizzo del manometro.

Le cure.

Le terapie per la ragade anale si possono suddividere in tre tipologie: chirurgica, meccanica e medica.

Vediamo qui nel dettaglio in cosa consistono.

Terapia chirurgica: viene effettuata una piccola incisione nello sfintere interno del canale anale per aiutare la distensione dei muscoli sfinterici. E’ importante sottolineare che anche questa piccola incisione costituisce comunque una manovra irreversibile e va quindi effettuata solo in presenza di ragadi croniche, quando tutti gli altri tentativi di guarigione sono falliti.

Terapia meccanica: attraverso l’utilizzo di dilatatori anali, gli sfinteri sono portati ad eseguire una “ginnastica speciale” finalizzata a far rilassare il muscolo. Questo tipo di terapia, pur essendo efficace, viene spesso abbandonata dal paziente a causa della costanza necessaria per portare a termini i cicli terapeutici.

Terapia medica: le tipologie di farmaci a disposizione per la cura delle ragadi anali sono molteplici, tra cui semplici protettori, lassativi ammorbidenti (se il problema è la stitichezza), farmaci per la riduzione dell’ipertono sfinteriale e tanti altri.

Suggerimenti per prevenire le ragadi anali.

Nonostante non sia possibile effettuare una vera e propria prevenzione, sicuramente ci sono dei comportamenti che si possono adottare per limitarne i sintomi, come: seguire una dieta ricca di fibre, evitare cibi irritanti, bere molta acqua e concedersi almeno trenta minuti di passeggiata al giorno a passo svelto.

Prevenire e curare le ragadi anali è quindi possibile. Se conosci qualcuno che soffre di questo disturbo, condividi l’articolo.

7 Commenti

  • Mi chiamo Beniamino , da circa un anno soffro di disturbi ragadiali ,bruciore ,e quantaltro. Pur troppo quando incontri il proctologo sbagliato ,soffri e rischi di rovinare tutto . Tutto questo e successo a me. Un medico che fa servizio presso una clinica del mio paese ( San Cataldo CL che a me sembrava molto competente ,non si e rivelato tale . Dopo tanti esami e tanti tentativi di cure e cruentazioni varie ,io mi ritrovo con lo stesso problema identico come prima,cioè con lo stesso bruciore che non si e mai allontanato da me . Premetto che mi a operato 2 volte , la prima mi a fatto un taglietto sfinteriale laterale sx , la seconda a distanza di 2 mesi, l’asportazione della ragade ,con lembo di scivolamento a coprire la parte offesa . Sta di fatto che io sento lo stesso bruciore che o sembre sentito . alle mie giuste lamentele , mi diceva deve avere pazienza, ci vuole tempo , mi visitava e mi diceva che la ragade non cera più. dopo tante sofferenze mi sono deciso ad andare fuori . UN AMICO mi a dato il numero di un medico di Catania , mi sono recato la per la prima volta e mi sono fatto visitare, il bun medico appena mi a visto la zona , e rimasto a dir poco sorpreso , E mi a detto guardi le avranno fatto 2 interventi ma la sua ragade e sempre qua . Quindi quel medico di prima , a dir poco non era altezza della situazione , ein più era falso visto che dopo lultimo intervento mi a visitato diverse volte e mi diceva che la ragade non cera piu. Un consiglio fatevi scannare da un,, macellaio,, pratico, come diceva mia Mamma

    • Ciao Beniamino,
      ci dispiace molto che tu abbia vissuto questa brutta esperienza, ma ti ringraziamo per averla condivisa con tutti noi. E’ importante informarsi costantemente e proprio per questo ti invitiamo a continuare a seguire il blog THD Salute e Benessere. Ti auguriamo di poter risolvere quanto prima il tuo problema.

  • Salve da circa 1 mese e mezzo ho cambiato stile di alimentazione per cercare di risolvere il problema colite con frequenti dolori addominali sto evitando glutine caffe latte e derivati e dolci e devo dire che e un bel pò che non avverto dolori sto mangiando spesso legumi quinoa saraceno e verdura le mie feci stanno un pochino miglorando come consistenza ma da un pò di giorni mi sta capitando che la mattina quando vado in bagno sento un leggero bruciore mentre evacuo e poi subito dopo mi incomincia a bruciare l’ano e sento anche un leggero bruciore alla punta del pene non posso stare seduto anche se sto in piedi dopo un pò mi incomincia bruciare a vote sono delle fitti forti. questo dura fino al pomeriggio sera poi mi passa il mattino mi sveglio bene ma dopo che vado in bagno come scritto incomincia il tutto.devo dire che questo sintomo ogni tanto lo avvertivo allora mi fermavo con il piccante e salumi e dopo pochi giorni tutto passava. vorrei un consiglio da voi. grazie

    • Gentile Roberto,

      grazie per averci scritto.

      Il suo è un caso articolato: da quanto ci ha riferito presenta diverse problematiche tra cui colite, irritazione e bruciore localizzato in diversi punti.

      La invitiamo quindi a contattare un medico specialista di coloproctologia: solo tramite una visita specialista è possibile capire meglio l’origine effettiva del suo problema, e se esso può dipendere da più cause concomitanti.

      Per trovare il Centro THD più vicino a casa sua, la invitiamo a consultare la pagina dei centri.

      A presto,
      THD Salute e Benessere

      • Grazie per la risposta si è quello che farò comunque ho fatto le analisi 15 giorni fa con preso quelle delle feci ed è tutto nella norma escluso il colesterolo a 232 e o globuli bianchi a 12000. Ieri sera è questa mattina ho notato delle leggere striature si sangue. Grazie ancora.

  • Buongiorno, 2 anni fa mi è stata diagnosticata una ragade anale ed ipertono.
    Il proctologo mi prescrisse una cura che prevedeva l’utilizzo della pomata Rectogesic oltre che delle accortezze alimentari.
    Sono stato meglio nei mesi successivi ma da qualche mese il problema si è ripresentato.
    Sono stato in visita da un chirurgo che ha ipotizzato una ragade cronica. Mi ha prescritto l’utilizzo di Rectogesic per 15 gg oltre che un ciclo di Levorag per 20gg.
    Per pochi giorni sono stato un po’ meglio ma non bene come 2 anni fa e ad oggi i benefici sembrano già svaniti.
    Dal momento che vorrei evitare l’intervento chirurgico per le possibili conseguenze ben note, vorrei sapere se posso ripetere la medicazione con Levorag per ulteriori 20gg o se consigliate l’utilizzo di altre creme.

    Grazie

    • Gentile Gabriele,

      grazie per averci contattato.

      Il foglietto illustrativo di Levorag riferisce di applicare il prodotto 2 volte al giorno per almeno 20 giorni.

      20 giorni è inteso quindi come la durata minima e necessaria per effettuare un trattamento con Levorag.

      Possono tranquillamente esistere casi in cui il trattamento può essere di durata superiore.

      In aggiunta a questo, la ragade anale è una condizione che per essere affrontata in maniera duratura richiede anche cambi del proprio stile di vita in termini di attività fisica, postura, alimentazione al fine di evitare che si ripresenti una volta guarita tramite prodotti come Levorag.

      La invitiamo quindi a ricontattare il suo medico in quanto solo uno specialista può darle una risposta chiara sulla durata necessaria del suo specifico trattamento e sulle ulteriori azioni da compiere per evitare che la ragade si ripresenti, basandosi sulle sue singole necessità.

      A presto,
      THD Salute e Benessere

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