Emorroidi che sanguinano: cosa fare?
Emorroidi che sanguinano: cosa fare e a chi rivolgersi in caso di sanguinamento emorroidario?
Molte persone afflitte da questo disturbo se lo chiedono, ma la paura e l’imbarazzo di affrontare il problema a volte supera il desiderio di trovare una risposta…
In questo articolo cercheremo di darvi alcune utili informazioni sull’argomento, ma soprattutto di aiutarvi a prendere coraggio e a rivolgervi a uno specialista. In molti casi il sanguinamento emorroidario è un problema facilmente risolvibile, soprattutto se gestito nelle fasi iniziali.
Sanguinamento emorroidario: cos’è e come riconoscerlo
Le emorroidi sanguinanti sono un problema piuttosto comune che colpisce uomini e donne di diverse età. Tuttavia, nonostante l’etimologia del termine “emorroide” sia proprio perdita di sangue, non sempre la patologia emorroidaria si associa a sanguinamento.
Sanguinamento e prurito sono infatti i sintomi più comuni di cuscinetti emorroidari particolarmente infiammati. La progressione della malattia emorroidaria, in gran parte provocata da un prolasso della mucosa del retto, con conseguente peggioramento dell’infiammazione locale si verifica a causa di una congestione e accumulo di sangue nei cuscinetti emorroidari. Questo favorisce la lesione delle pareti dei vasi venosi locali con conseguente sanguinamento.
Il sanguinamento emorroidario si riconosce dalla comparsa di tracce ematiche nel wc o sulle feci durante l’evacuazione intestinale o per la presenza di macchie di sangue sulla carta igienica durante la detersione della zona perianale.
Il sanguinamento emorroidario può manifestarsi anche sotto forma di gocciolamento o spruzzi, dopo il passaggio delle feci.
Le perdite ematiche associate a questo disturbo possono essere di colore rosso vivo, sebbene la presenza di sangue rosso vivo non possa escludere la contestuale presenza di altri disturbi.
Il sanguinamento ano-rettale è infatti un sintomo a cui prestare particolare attenzione al fine di escludere patologie più gravi, fra cui i tumori del colon-retto. Solo l’accurata valutazione di uno specialista proctologo potrà identificare la causa effettiva del sanguinamento anale.
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Emorroidi sanguinanti: recidive e disturbi associati
Le emorroidi sanguinanti tendono a recidivare. Le persone che soffrono di questo disturbo sperimentano spesso l’alternanza tra crisi acute e periodi di relativo sollievo, più o meno prolungati.
In questi casi, oltre alle perdite di sangue, possono presentarsi altri disturbi, tra cui bruciore, prurito intenso, gonfiore localizzato e dolore.
Tuttavia, negli stadi iniziali delle emorroidi il dolore è spesso assente, mentre nei gradi più avanzati possono verificarsi anche perdite di muco associate a sensazione di bagnato e lo stimolo a evacuazioni ripetute.
Possibili complicanze del sanguinamento emorroidario
Le emorroidi sanguinanti, se non adeguatamente trattate, possono portare ad alcune complicanze, tra cui:
- prolasso emorroidario, ovvero la fuoriuscita dei cuscinetti emorroidari dalla loro sede anatomica
- trombosi emorroidaria con infiammazione acuta dei cuscinetti emorroidari che appaiono gonfi e di colore bluastro
- strozzamento delle emorroidi prolassate con dolore acuto nella zona anale (crisi emorroidaria acuta)
- in caso di sanguinamento prolungato e intenso, stati anemici dovuti alla carenza di ferro
- ascessi anali o perianali
Emorroidi che sanguinano: cosa fare e a chi rivolgersi
Esistono numerose opzioni terapeutiche per le emorroidi sanguinanti. Ma per curare le emorroidi in modo efficace il primo passo da fare è superare l’imbarazzo e rivolgersi al medico per una visita proctologica.
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Il proctologo potrà ispezionare la zona anale e perianale, escludere eventuali patologie concomitanti come le ragadi anali, e identificare il grado della malattia. In base al livello di gravità della patologia e dei relativi sintomi, lo specialista ci proporrà le terapie più appropriate ed eventuali cambiamenti nella dieta e nello stile di vita.
Emorroidi sanguinanti: stile di vita e igiene intima
Per alleviare i sintomi negli stadi iniziali a volte è sufficiente apportare piccoli cambiamenti nella dieta e nello stile di vita ed eseguire una corretta igiene intima. Questi cambiamenti possono essere d’aiuto anche negli stadi più avanzati della malattia, in affiancamento ad altre terapie.
Praticare attività fisica con regolarità agisce positivamente sia sulla salute intestinale che sul benessere del microcircolo. In caso di insufficienza venosa cronica e in particolare di malattia emorroidaria, alcune attività come il nuoto e la ginnastica in acqua possono essere d’aiuto.
È poi fondamentale effettuare una detersione accurata della zona perianale dopo ogni evacuazione, con detergenti delicati ad azione antibatterica, come THD Deliclin® Soap. Tuttavia, è importante non esagerare nei lavaggi e nell’uso di detergenti e usare acqua tiepida. L’acqua calda, infatti, ha un effetto vasodilatatore e tende quindi a peggiorare i sintomi. Ma anche l’acqua fredda, sebbene possa dare sollievo nell’immediato, ha effetti negativi a causa della vasocostrizione prodotta sui vasi venosi dei cuscinetti emorroidari.
Dieta e integratori per emorroidi congeste e sanguinanti
Per aiutare la circolazione venosa e quindi favorire la riduzione del sanguinamento, è importante bere a sufficienza (almeno 1.5 – 2 litri al giorno). È inoltre necessario dedicare particolare attenzione all’alimentazione inserendo nella propria dieta alimenti ricchi di bioflavonoidi.
Queste sostanze hanno la capacità di diminuire la permeabilità e fragilità capillare e sono quindi utili nel ridurre la formazione di edemi negli arti inferiori. Possono inoltre aiutare a contrastare alcune patologie di interesse proctologico, come le emorroidi.
THD Fleben® 1000 è un integratore alimentare ad alto contenuto di bioflavonoidi, il cui mix di sostanze è stato studiato, oltre che per contrastare il senso di gonfiore e pesantezza delle gambe tipico dell’insufficienza venosa, proprio per il trattamento della patologia emorroidaria.
L’azione sinergica di 4 diversi flavonoidi (diosmina, esperidina, quercitina e rutina) favorisce la salute del microcircolo, aiutando a prevenire l’indebolimento dei vasi venosi e le infiammazioni locali.
È poi importante assumere ogni giorno un adeguato quantitativo di fibre alimentari per favorire la regolarità intestinale e prevenire la stipsi che potrebbe irritare ulteriormente la zona perianale, aggravando il problema. La stitichezza è infatti una delle cause principali della comparsa di emorroidi. Un eccessivo sforzo durante la defecazione, soprattutto se ripetuto nel tempo, può infatti determinare una congestione delle emorroidi e in alcuni casi anche sanguinamento e prolasso emorroidario.
Per assumere un’adeguata quantità di fibre, possiamo aiutarci con integratori alimentari ad altro contenuto di fibre come THD Fibraid® e THD Fibraid® Gel.
Emorroidi sanguinanti: rimedi per uso topico
In presenza di sintomi lievi, lo specialista potrebbe consigliare anche preparati a uso topico per favorire la riduzione dei sintomi emorroidari, tra cui il sanguinamento e il conseguente disagio, come:
- preparati farmaceutici a uso topico contenenti cortisone. Anche questi preparati vanno usati solo per brevi periodi perché possono provocare effetti collaterali
- creme emollienti e lenitive con principi di origine vegetale che contribuiscono a un rapido benessere e favoriscono il ripristino delle condizioni fisiologiche, come THD® Cream. THD® Cream protegge la zona trattata e crea un ambiente favorevole alla guarigione e sfavorevole ai batteri. La parte oleosa della formulazione contribuisce a lubrificare la zona e a facilitare l’espulsione delle feci, alleviando il dolore durante la defecazione. THD® Cream non contiene cortisone, anestetici locali e coloranti.
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Trattamenti ambulatoriali
Se anche i trattamenti a uso topico si rivelassero insufficienti, previa valutazione del caso specifico, lo specialista potrà proporre procedure ambulatoriali, come la legatura elastica e la scleroterapia iniettiva.
Questi trattamenti agiscono direttamente sui cuscinetti emorroidari riducendo, con tecniche diverse, l’eccesso di tessuto. Tuttavia spesso non sono risolutivi e possono quindi richiedere più interventi successivi.
Chirurgia mini-invasiva: il metodo THD® Doppler
Se nonostante i cambiamenti nella dieta e nello stile di vita ed eventuali terapie topiche o ambulatoriali, il sanguinamento persiste, lo specialista potrebbe consigliare l’intervento chirurgico.
Oggi esistono procedure chirurgiche mini-invasive che consentono un rapido ritorno alle attività quotidiane, minimo dolore e risultati efficaci sia sulle cause che sui sintomi della malattia emorroidaria.
Il metodo THD® Doppler è una procedura chirurgica mini-invasiva che permette agire sulle cause e sui sintomi della patologia emorroidaria, preservando l’anatomia del canale anorettale e riducendo al minimo dolore e disagio per il paziente.
In base alle evidenze cliniche, la procedura THD® Doppler è efficace per tutti i diversi gradi della malattia emorroidaria e in presenza di prolasso.
In ogni caso, solo il chirurgo proctologo durante la visita proctologica potrà valutare se sono presenti le condizioni per l’intervento.