Disabilità e Incontinenza Fecale

Il Metodo THD GateKeeper può essere una valida soluzione per le persone disabili che presentano difficoltà nel trattenere le feci?

Abbiamo fatto questa domanda al Dr. Francesco Cannici, chirurgo proctologo con anni di esperienza in questo campo, che ha avuto modo nella sua carriera professionale di curare persone incontinenti che presentavano allo stesso tempo differenti gradi di disabilità.

Il Dr. Cannici ha ritenuto opportuno trattare con il Metodo THD GateKeeper alcuni giovani paraplegici che, in seguito a traumi dovuti da incidenti stradali, oltre a dover affrontare la disabilità avevano sviluppato importanti problemi di defecazione.

La gravità di questi problemi era tale che i medici sono dovuti ricorrere a delle stomie pur di regolarizzare il processo di defecazione, altrimenti seriamente compromesso.

Con il termine stomia si indica un’apertura praticata nell’addome che permette di regolare l’espulsione delle feci, creando quindi una possibile via di comunicazione tra l’apparato intestinale e l’esterno.

I pazienti si sono quindi rivolti al Dr. Cannici con la speranza di ritrovare la serenità persa con l’incidente e capire se era possibile trovare una soluzione al problema dell’incontinenza diversa rispetto alla stomia.

Personalizzando un po’ l’intervento sull’anatomia del paziente ho ottenuto un miglioramento, non posso dire una risoluzione completa”.

Il Metodo THD GateKeeper consiste nell’inserimento di impianti auto espandenti nello spazio intersfinterico, permettendo quindi un miglioramento della funzionalità e del supporto degli sfinteri anali (interno ed esterno), responsabili del contenimento e del rilascio delle feci al momento dell’evacuazione.

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Nonostante la comprovata efficacia di questa metodica nel trattamento dell’incontinenza fecale, la risoluzione al 100% del problema in questi casi non è stata possibile in quanto a causa della disabilità i due muscoli sfinteri che si occupano del contenimento delle feci non avevano più tono.

Il Dr. Cannici ci tiene a precisare che l’introduzione degli impianti in quella sede ha tuttavia avuto un risultato importante, ovvero la riduzione del lume del canale anale, con conseguente diminuzione  della quantità di perdite fecali.

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