XII Giornata Nazionale dell’Incontinenza

Oggi, mercoledì 28 giugno 2017, si celebra la XII Giornata Nazionale per la Prevenzione e la Cura dell’Incontinenza.

La FINCO (Federazione Italiana Incontinenti) stima che in Europa siano oltre 36 milioni le persone incontinenti, di cui il 60% sono donne; nella sola Italia il numero di persone affette da questo disturbo si attesta sui 5 milioni.

Questi dati fanno riferimento all’incontinenza sia urinaria che fecale.

In questo articolo focalizzeremo però la nostra attenzione solo sull’incontinenza fecale, molte volte sottovalutata e poco conosciuta.

Secondo le statistiche l’1,4% della popolazione soffre di incontinenza fecale in forma grave, ha quindi perdite fecali incontrollate più volte durante il giorno.

A questa percentuale segue un ulteriore 2-3% di persone che riporta sintomi di incontinenza fecale in forma più lieve, cioè con perdite involontarie e accidentali dello sfintere anale, spesso anche di soli gas*.

* Perry, S. et al. Prevalence of faecal incontinence in adults aged 40 years or more living in the community. Gut 2002; 50: 480-484

Queste percentuali rappresentano la punta di un iceberg ben più importante, tengono infatti conto solamente delle persone che hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto.

Il fenomeno dell’incontinenza fecale tuttavia è ben più ampio se si pensa alle migliaia di persone che, per timore di essere giudicati, non si confidano.

Moltissime persone infatti, per pudore e senso di vergogna nel raccontare di queste loro perdite intime, non ne parlano con nessuno, nemmeno con i propri cari.

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Focalizzando l’attenzione a livello dell’età in cui la patologia si manifesta con maggior frequenza, i dati forniti dalle statistiche rilevano che dopo i 40 anni si ha la maggior parte dei casi.

Il 15% delle persone incontinenti ha tra i 40 e i 65 anni e un ulteriore 30% si registra in persone con più di 65 anni.

Se si pensa alle persone anziane ricoverate in strutture di degenza questi numeri subiscono un’impennata notevole; in questi casi infatti il tasso di incontinenza anale arriva anche a superare il 50% dei pazienti.

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Un altro dato importante su questa patologia è la differente incidenza in base al sesso; il 63% dei casi di incontinenza fecale viene riscontrato nelle donne, in particolare dopo il parto.

Entro 6 mesi dal lieto evento purtroppo, tra il 13 e il 25% delle neomamme manifesta sintomi tipici dell’incontinenza anale.

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I numeri appena presentati non sono altissimi se paragonati a quelli di altre patologie colorettali, quali ad esempio le emorroidi.

Tuttavia, il disagio che questa patologia porta con sé molto spesso frena le persone dal volersi confidare e parlarne con i propri cari, figuriamoci poi con persone estranee quali medici e specialisti.

Il consiglio è quello di non sottovalutare la comparsa dei primi sintomi, cioè quei campanelli d’allarme che il nostro corpo ci manda.

Una visita proctologica è la cosa giusta da fare e il punto di partenza per trovare una soluzione definitiva alla perdita incontrollata di feci.

Bisogna farsi coraggio e rivolgersi ad uno specialista della coloproctologia.

Solamente grazie alla professionalità di un team di medici e specialisti sarà possibile trovare una soluzione a questo problema.

Innanzitutto questa patologia va diagnosticata nella maniera più corretta. Bisogna infatti eseguire vari esami diagnostici tra cui una manometria anale e un’ecografia endoanale.

Grazie a questi esami è possibile diagnosticare l’incontinenza fecale e capirne la natura. Solo a questo punto il proctologo potrà individuare la terapia e il trattamento più adeguato al caso specifico.

Scopri di più su questi esami diagnostici

Negli ultimi anni sono state create delle metodiche mini-invasive per il trattamento dell’incontinenza fecale.

Queste tecniche sono state ideate in maniera tale da adattarsi sia a casi di incontinenza fecale lieve o soiling che a casi di lesioni sfinteriali più importanti: ovvero la tecnica THD GateKeeper® e la THD SphinKeeper®.

Queste due tecniche consistono nel posizionamento di impianti tra i due muscoli sfinteri (interno ed esterno) a livello del canale anale. In questo modo si va a ridare la compattezza e il giusto grado di autonomia ai muscoli deputati alla continenza delle feci.

Vuoi maggiori informazioni su queste tecniche?

Cosa aspetti?

 

2 Commenti

  • mio fliglio ha avuto un incidente ha avuto la frattura del coccige con lesione dei nervi sfinterici ha problemi di minzione e di defecazione. a livello anale non ha sensibilità. datemi qualche speranza…..

    • Gentile Vincenzo,
      ci dispiace molto per la situazione che suo figlio è costretto a vivere.
      Il consiglio che le possiamo dare è quello di rivolgersi ad uno specialista della proctologia per valutare il suo caso e trovare il trattamento più adatto.
      Solamente dopo un’attenta valutazione del caso clinico specifico sarà possibile fare una diagnosi e individuare come procedere.
      Può trovare tutti i centri THD in Italia specializzati nella cura dell’incontinenza fecale al seguente link http://blog.thdlab.it/centri-thd-incontinenza-fecale/ con i relativi specialisti e numeri utili da contattare.
      Inoltre, per avere maggiori informazioni sui metodi THD GateKeeper e THD SphinKeeper per il trattamento dell’incontinenza può approfondire in questa pagina http://blog.thdlab.it/metodi-thd-gatekeeper-thd-sphinkeeper/ in cui sono presenti numerose testimonianze di medici e pazienti operati con questi metodi.

      Auguriamo a suo figlio di poter quanto prima poter riprendere in mano la sua vita e viverla quanto più serenamente possibile.

      A presto,
      THD Salute e Benessere

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