Cavolfiore: l’ortaggio che fa fiorire il tuo benessere

Cavolfiore: l'ortaggio che fa fiorire il benessere

Il cavolfiore è l’ortaggio ideale per far fiorire il tuo benessere!

È infatti un alimento dalle eccellenti proprietà nutritive e un ingrediente versatile per innumerevoli piatti, leggeri o più sostanziosi, a seconda del condimento, del tipo di cottura e degli abbinamenti.

Scopriamo i suoi segreti e come può migliorare la nostra salute.

Cavolfiore: origine e diffusione

Il cavolfiore (Brassica oleracea) appartiene alla famiglia delle Brassicaceae o Crucifere, la stessa a cui appartengono tutti i cavoli e di cui fanno parte anche verza, broccoli, e cavoletti di Bruxelles.

Il nome deriva dal latino caulis (cavolo), e flos (fiore) e come per i broccoli, la parte commestibile è costituita dalla sua inflorescenza, detta corimbo. Questa caratteristica lo differenzia da altri tipi di cavolo, di cui invece si consumano solo le foglie, come la verza e il cavolo cappuccio. Il cavolfiore è oggi coltivato in moltissimi paesi, ma la sua origine precisa rimane incerta.

Le stagioni del cavolfiore

Il cavolfiore fresco può accompagnare i nostri pasti da ottobre a maggio. Si tratta infatti di un ortaggio che cresce e matura quando le temperature sono inferiori ai 20°. Alcune colture richiedono il freddo solo per lo sviluppo delle inflorescenze, mentre altre richiedono temperature basse sia per la formazione della base che per l’infiorescenza. Di conseguenza il periodo di raccolta in Italia di solito inizia in ottobre e si conclude a maggio per le colture più tardive.

Per apprezzarne appieno la freschezza, questo ortaggio deve essere raccolto quando le inflorescenze sono sode e compatte e non presentano crepe tra una cima e l’altra, segno di un’eccessiva maturazione. Le infiorescenze dovrebbero inoltre essere prive di macchie nerastre, spesso segno della presenza di funghi e muffe. Per valutarne la freschezza è poi necessario osservarne le foglie, che dovrebbero essere verdi e non ingiallite.

Ma il cavolfiore può essere consumato anche surgelato, disidratato e sottaceto. Inoltre tra i cavoli, è quello di cui esistono più varietà per accontentare tutti i gusti.

Cavolfiore: varietà e tipologie

Le diverse varietà del cavolfiore sono distinguibili per le dimensioni, ma soprattutto per il colore del fiore. Tra le varietà più conosciute troviamo:

  • cavolfiore bianco, la varietà forse più nota, detta anche “palla di neve
  • cavolfiore viola, come il cavolfiore violetto catanese
  • cavolfiore verde, come il cavolfiore romanesco
  • cavolfiore arancione, più rara rispetto alle altre varietà

Cavolfiore: proprietà e benefici

Come le altre crucifere, anche il cavolfiore è un vero toccasana per la nostra salute.

Questo ortaggio è composto per circa il 90-92% da acqua ed è quasi totalmente privo di grassi e zuccheri: può quindi essere inserito all’interno di diete ipocaloriche.

Ma soprattutto il cavolfiore è una fonte preziosa di vitamine e sali minerali, in particolare:

  • tiamina (vitamina B1)
  • acido pantotenico (vitamina B5)
  • acido folico (vitamina B9)
  • vitamina A
  • vitamina C
  • vitamina K
  • rame
  • calcio
  • fosforo
  • ferro
  • calcio
  • magnesio
  • sodio
  • potassio

Significativa è anche la presenza di aminoacidi essenziali, tra cui la metionina, il triptofano e la treonina, sostanze che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare e che deve assumere attraverso l’alimentazione. In particolare, il triptofano è fondamentale per la sintesi della serotonina, conosciuta anche come “ormone della felicità”.

Come le altre crucifere, il cavolfiore è inoltre un antiossidante naturale grazie all’elevato contenuto di vitamina C e bioflavonoidi, tra cui la quercetina, sostanze fondamentali per la salute e il benessere vascolare.

Quando non è possibile assumere un sufficiente quantitativo di flavonoidi con la sola alimentazione, integratori come THD Fleben® 1000 e THD Fleben® possono aiutarci a integrare questi nutrienti nella nostra dieta.

Scopri la Linea THD Fleben

Ultimo, ma non meno importante, il cavolfiore è un’importante fonte di fibre, fondamentali per il benessere intestinale e per la prevenzione della stipsi. Per favorire la salute intestinale, è possibile integrare la nostra dieta anche con integratori ad alto contenuto di fibre come THD Fibraid® e THD Fibraid ® Gel.

Puoi acquistare i prodotti della Linea THD Fibraid® e THD Fleben® anche su thdlife.com.

Cavolfiore: come cuocerlo e come cucinarlo

Il cavolfiore si presta a molteplici preparazioni culinarie.

Può infatti essere la base per gustose insalate, essere abbinato a formaggi per sfiziosi piatti gratinati al forno o anche mangiato da solo appena scottato al vapore e condito con olio e sale. Inoltre i cavolfiori possono anche essere frullati per ottenere purè, creme e vellutate, ottime per condire pasta e riso.

I metodi di cottura più usati per questo ortaggio sono la bollitura e la cottura al vapore.

La bollitura è forse il tipo di cottura più usato, ma tende a disperdere diverse sostanze nutritive. Inoltre il cavolfiore già tagliato a pezzi non dovrebbe essere fatto bollire per più di 6 minuti per evitare che si sfaldi.

Al contrario la cottura a vapore consente di preservarne meglio le proprietà nutritive e la compattezza. Per un cavolfiore ben cotto, ma allo stesso tempo croccante, è consigliato un tempo di cottura al vapore di massimo 4 minuti.

Il miglior metodo di cottura per i cavolfiori è sicuramente quello a vapore. Consente infatti di preservare meglio sapore e consistenza, limitando allo stesso tempo la perdita dei nutrienti.

Tuttavia solo il consumo a crudo permette di assimilare al meglio tutte le sostanze contenute del cavolfiore, sebbene non sia adatto a tutti.

Vediamo quando non è consigliabile consumare il cavolfiore a crudo e in più in generale quando è consigliabile limitare il consumo di questo ortaggio.

Cavolfiori: possibili controindicazioni

Come altri ortaggi, soprattutto se consumato a crudo, il cavolfiore è esposto al rischio di possibili contaminazioni. Per questo è fondamentale sciacquarlo abbondantemente prima di portarlo sulla nostra tavola.

Inoltre il cavolfiore crudo è sconsigliato a chi soffre di colon irritabile perché potrebbe favorire disturbi intestinali come gonfiore addominale e meteorismo.

Chi soffre di iperuricemia dovrebbe poi evitare o almeno limitare il consumo di cavolfiore in generale, a causa dell’elevata quantità di purine presente in questo ortaggio. Le purine vengono metabolizzate dal fegato che le scompone, producendo acido urico, una sostanza di scarto filtrata dai reni ed eliminata nelle urine. In chi soffre di iperuricemia, l’acido urico tende ad accumularsi nel sangue, favorendo la comparsa di calcoli renali o di una condizione infiammatoria articolare conosciuta come gotta. Per questo in presenza di iperuricemia, si dovrebbero evitare alimenti che contengono un’alta percentuale di purine, come il cavolfiore.

Anche chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe limitare il consumo di cavolfiori, soprattutto a crudo, in quanto ricchi di goitrogeni, sostanze che possono alterare il metabolismo dello iodio e influire sul funzionamento tiroideo.

Disclaimer Questo sito è a scopo puramente informativo e non va inteso come un sostituto del parere medico. Per qualsiasi problema di salute, THD vi invita a consultare il vostro medico curante. 

 

Informativa privacy | Condizioni d'uso | Informativa cookies

 

Copyright THD Spa © 2015-2023.