Incontinenza post parto: prevenzione e diagnosi

Incontinenza post parto: prevenzione e diagnosi precoce

Il parto è un momento importante e delicato nella vita di una donna e può avere conseguenze significative sulla sua salute. La gioia di questo evento deve quindi andare di pari passo con la consapevolezza di come affrontarlo al meglio non solo durante, ma anche prima e dopo.

Lesioni perineali post parto e incontinenza fecale: un problema sottovalutato

Il parto può comportare alcuni rischi per la salute di una donna. In particolare, il parto naturale può provocare problemi di incontinenza fecale, anche a distanza di tempo. Una delle principali cause di incontinenza fecale nelle donne adulte è infatti associata proprio a precedenti gravidanze.

Durante il parto naturale, la muscolatura e i tessuti della zona interessata subiscono un forte stress che, in casi particolari, può provocare stiramenti e lesioni a livello degli sfinteri anali. I traumi da parto e le conseguenti lacerazioni ostetriche degli sfinteri anali sono infatti il fattore di rischio prevalente per la comparsa di disturbi della continenza anale nella popolazione femminile.

Diversi studi scientifici hanno evidenziato come durante il parto naturale spesso si verifichino lacerazioni del perineo. In particolare, uno studio inglese pubblicato nel 2009 ha evidenziato come in UK più dell’85% delle donne abbia subito qualche forma di trauma e lacerazione perineale durante il parto vaginale.1

Mentre in uno studio condotto negli Stati Uniti nel 2010 su un campione di oltre 1.000 donne che hanno avuto un parto naturale, la maggioranza delle mamme intervistate ha sofferto di incontinenza anale nel corso dei 6 mesi successivi al parto.2

Ancora oggi l’identificazione e la valutazione dell’entità delle lesioni degli sfinteri anali a seguito di un parto naturale o di un danno ostetrico è spesso inaccurata. Tuttavia, una diagnosi precoce delle lacerazioni perineali post-parto è fondamentale per prevenire o ridurre il rischio di incontinenza fecale e preservare la qualità di vita della donna negli anni.

1. Diagnosis of perineal trauma | Perineal and anal sphincter trauma – Sultan AH, Kettle C. – 2009
2. Quality of Life in Women With Postpartum Anal Incontinence – Lo, Jamie; Osterweil, Patty; Li, Hong, et al2010

Lacerazioni perineali post partum: fattori di rischio e prevenzione

Le lesioni perineali possono avere diversi livelli gravità: quelle che coinvolgono solo le strutture anatomiche più superficiali fino a lacerazioni di entità maggiore a carico dei muscoli sfinteri.

Per le lacerazioni più gravi, alcuni fattori di rischio sono il tipo di strumentazione usata durante il parto, un parto precipitoso senza adeguata distensione della muscolatura coinvolta, l’elevato peso del nascituro e l’episiotomia.

Le lacerazioni perineali da parto possono inoltre peggiorare nel tempo, in concomitanza con il progressivo indebolimento del pavimento pelvico che si verifica con l’avanzare dell’età.

Nelle giovani donne, in presenza di lesioni non gravi, la tonicità dei muscoli del pavimento pelvico può compensare i danni subiti dagli sfinteri. Per questo la neomamma potrebbe non accorgersi di nulla per molto tempo.

L’attività fisica, prima e dopo il parto, con esercizi mirati a rinforzare i muscoli del pavimento pelvico si rivela un alleato prezioso e può aiutare a prevenire successivi problemi di incontinenza.

Guarda gli esercizi!

Tuttavia, nei casi più seri, può essere necessario intervenire con procedure chirurgiche invasive, con conseguenze significative sulla qualità della vita.

Incontinenza post-parto: conseguenze su vita sociale e relazioni intime

La mancata identificazione delle lesioni post parto in fase iniziale può quindi compromettere in modo importante la vita quotidiana e la socialità di una donna.

Non solo la vita intima con il proprio partner, ma anche la vita sociale e professionale subisce pesanti ripercussioni. L’imbarazzo e il timore di non riuscire a controllare la fuoriuscita di feci nella quotidianità può creare forte disagio a livello psicofisico fino a provocare vere e proprie depressioni.

È quindi fondamentale che i medici che seguono la neomamma siano in grado di individuare e diagnosticare con precisione eventuali lesioni verificatesi durante il parto e intervenire con le cure e i trattamenti appropriati.

In caso di lesioni post partum è infatti possibile intervenire in fase precoce per ripristinare la funzionalità delle aree colpite e scongiurare la comparsa successiva dei sintomi dell’incontinenza fecale.

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L’importanza di una diagnosi precoce

Per tutti questi motivi, l’identificazione e l’accurata diagnosi di possibili lesioni sfinteriche post-parto è fondamentale, soprattutto in presenza di episodi di incontinenza anale.

Tale valutazione dovrebbe essere svolta in modo accurato e completo tra 1 e 6 mesi dopo il parto. Qualunque parto vaginale può infatti provocare lesioni occulte degli sfinteri anali.

Queste lesioni possono essere identificate solo attraverso specifici esami strumentali eseguibili anche a livello ambulatoriale: la manometria anorettale e l’ecografia endoanale.

Entrambi questi test sono di semplice esecuzione, non arrecano fastidio al paziente e possono essere effettuati nell’ambulatorio del medico, senza necessità di anestesia.

Questi esami sono complementari e permettono allo specialista di fare una valutazione completa del danno sfinterico sia da un punto di vista funzionale che anatomico.

La Manometria Anale Clinica valuta la pressione esercitata dallo sfintere anale quando tratteniamo o rilasciamo le feci.

Mentre l’Ecografia Endoanale consente di valutare le strutture anatomiche che circondano ano e retto, e in particolare i muscoli sfinteri, per individuare eventuali alterazioni o lacerazioni.

Con questi esami lo specialista può diagnosticare con accuratezza il tipo di lesione e la sua gravità così come le aree coinvolte. In base alla gravità e alla sintomatologia il medico potrà consigliare il trattamento più adeguato al caso specifico.

Incontinenza dopo il parto: la chirurgia mini-invasiva

In caso di incontinenza post parto non risolvibile con terapie riabilitative o trattamenti ambulatoriali, è possibile ricorrere a procedure chirurgiche mini-invasive come il metodo THD® SphinKeeper.

Durante la visita proctologica, lo Specialista proctologo potrà valutare se sono presenti le condizioni per l’intervento.

La tecnica THD® Sphinkeeper consente di ripristinare la continenza riducendo al minimo i livelli di invasività e dolore. La procedura è inoltre di breve durata (30-40 minuti circa) e con tempi di degenza ridotti.

Il metodo THD® Sphinkeeper è utilizzato da numerosi chirurghi in tutto il mondo.

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