Terapie per le ragadi anali

Quali terapie esistono per le ragadi anali? Qual è la più indicata?

Ne abbiamo parlato con il Dr. Veronese, proctologo dell’Ospedale Fracastoro di San Bonifacio (VR).

Le ragadi anali sono dei taglietti che si formano nella zona dell’ano e provocano irritazione e dolore durante la defecazione.

Cosa sono le ragadi anali?

Generalmente esiste un iter da seguire per il trattamento di questa patologia colorettale, ovvero:

1.    Terapia locale per le ragadi anali

Il primo step è una terapia medica basata su sostanze da applicare a livello locale sulla zona interessata dalla ragade anale.

A questo scopo vengono utilizzare delle pomate per ridurre l’ipertono, causa delle ragadi anali, e per favorire la cicatrizzazione.

Tra i tanti prodotti in commercio, il Dr. Veronese si sofferma su uno in particolare: il Levorag®.

L’azione di Levorag® infatti combina differenti azioni: protettiva, lenitiva e riparatrice.

Azione protettiva: crea una barriera che protegge la ferita dagli agenti esterni.

Azione lenitiva: promuove un effetto calmante e ripristina le normali condizioni fisiologiche della cute.

Azione riparatrice: aiuta il processo di guarigione e cicatrizzazione della ferita.

Inoltre questo dispositivo medico crea un film sulle ragadi anali che, grazie alla sua parte oleosa, lubrifica la zona facilitando l’espulsione delle feci prevenendo la formazione di ulteriori lacerazioni.

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2.    Iniezione di tossina botulinica

Prima di arrivare all’intervento chirurgico vero e proprio si può ricorrere a delle iniezioni di botox a livello degli sfinteri anali.

L’efficacia temporanea di questa sostanza risiede nella capacità di ridurre il tono sfinteriale, rilassando quindi i muscoli causa dell’elevata contrazione a livello anale durante la defecazione.

A questo beneficio si associano però effetti collaterali non piacevoli come ad esempio l’incontinenza fecale.

A seguito del rilassamento degli sfinteri, le feci una volta nel canale anale non riescono a fermarsi dato che la loro naturale barriera è stata neutralizzata.

Questa condizione è fortunatamente solo transitoria, una volta cessato l’effetto della tossina botulinica infatti i muscoli sfinteri riacquistano il loro tono e la continenza viene ripristinata.

Questo fa si che questo trattamento sia praticamente poco utilizzato”.

3.    Intervento chirurgico

Nel caso in cui i precedenti trattamenti non siano stati sufficienti a risolvere il doloroso problema delle ragadi all’ano si può ricorrere all’intervento chirurgico.

L’intervento consiste nella parziale divisione dello sfintere interno per ridurre il tono contrattile, migliorando così la circolazione sanguigna e favorendo il processo di guarigione della ragade anale.

È bene però che l’intervento venga effettuato solamente come ultimo step, ovvero dopo che le terapie illustrate in precedenza non hanno prodotto i risultati sperati.

La cosa migliore da fare è comunque rivolgersi ad un medico specialista della proctologia il prima possibile.

Solamente dopo un’attenta valutazione del quadro clinico specifico, sarà possibile individuare la tipologia di terapia più adatta.

 

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